giovedì - 28 Marzo 2024
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Covid 19, il sindaco di Cesano attacca: dopo otto mesi Regione Lombardia è ancora impreparata

Su 145 positivi registrati nella giornata di ieri sul territorio di Cesano, oggi si contano solo 11 contatti stretti totali nel database dell’Ats

Era il 20 febbraio di quest’anno quando la Lombardia e l’Italia scoprivano il paziente 1, il trentottenne di Codogno affetto da Covid-19. A distanza di otto mesi la sensazione è che in questa Regione si sia fatto ben poco per prepararsi ad arginare la prevedibile seconda ondata.Una sensazione purtroppo supportata dai numerosi appelli di medici ed esperti che denunciano oggi la fragilità di un sistema e una macchina incapace di proteggere i suoi cittadini.

Il Pd lancia l’ennesimo attacco al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e lo fa con un documento in cui spara ad alzo zero con tutte le bocche da fuoco disponibili: dalla segretaria metropolitana Silvia Roggiani a una pletora di consiglieri regionali, sino ai sindaci di area, compreso Simone Negri, sindaco di Cesano Boscone.

 Il primo cittadino non usa mezze parole: “Dopo otto mesi Regione Lombardia non è ancora pronta, ed è gravissimo che, per ammissione stessa dell’ATS Milano, ci siano grossi difficoltà perfino nel tracciamento.  Per darvi una dimensione del problema, su 145 positivi registrati nella giornata di ieri sul territorio del nostro Comune, ad oggi si contano solo 11 contatti stretti totali nel database dell’Agenzia”.

“Analoghe problematiche – continua Negri – le registriamo nelle scuole, dove il tempo che intercorre fra la segnalazione e lo screening è troppo ampio. Bisogna intervenire con i test antigenici rapidi, al più presto In più scontiamo anche il problema della carenza di medici di medicina generale. Stando a quanto pubblicato ieri in un bollettino da Regione Lombardia, sul territorio di ATS Milano ne mancano ben 216, 56 solo nella città di Milano, e questo vuol dire circa 300mila pazienti scoperti.”

Infine il sindaco conclude: “Chiediamo a Regione Lombardia di supportare economicamente gli specializzandi che aderiscono, nell’ottica di offrire loro una prospettiva di stabilizzazione in un determinato distretto, e di aumentare il numero di borse di studio per la medicina generale. Specie in un momento delicato come questi è da irresponsabili lasciare i cittadini senza il proprio medico di famiglia” .

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