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Opposizioni ignorate, quattro consiglieri di Assago chiedono l’intervento del Prefetto

Sempre difficile fare politica: la denuncia di Raimondo, Piccolo, Murolo e Vieri a Saccone: “Nessuna risposta a nostre interrogazioni presentate sin dal mese di febbraio. Norme violate!”  

di Antonio Casa

Le opposizioni chiedono, la giunta (sindaco in testa) non risponde! Nel consiglio comunale di Assago quella che dovrebbe essere la normale dialettica fra chi espleta la funzione ispettiva sugli atti di chi governa “non esiste”. Lo denunciano i consiglieri di opposizione che, stanchi della situazione, hanno scritto al prefetto di Milano, Renato Saccone, chiedendo il suo intervento.

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In città, da tempo sono difficili i rapporti fra i due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra. Lo erano ai tempi del sindaco Graziano Musella, oggi presidente del Consiglio comunale, lo sono ora con Lara Carano, eletta sempre a capo di una lista con Fi, Lega e Fdl. “Non c’è dialogo” fanno sapere Simona Piccolo e Domenico Raimondo (della lista Cittadini per Assago), Roberta Vieri (Assago nel cuore) e Roberto Murolo (Movimento 5 Stelle).

“Alcune richieste di chiarimento su delibere di giunta superano i 194 giorni – segnalano i consiglieri al prefetto – ma finora non ci è giunta alcuna risposta.” Si tratta di ben 14 interrogazioni, in maggioranza inoltrate tramite Pec agli uffici preposti, ma è come se non fossero mai state inviate”.

“Il ritardo di cui sopra viola l’art.43 comma 2, del D.Lgs. 267/2000 che testualmente recita: i consiglieri comunali e provinciali hanno diritto ad ottenere dagli uffici, rispettivamente, del Comune e della Provincia, nonché delle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato…” – scrivono Piccolo, Murolo, Raimondo e Vieri.

E ancora: “In proposito, il Consiglio di Stato ha più volte affermato che l’accesso ai documenti in relazione all’espletamento del mandato costituisce il presupposto legittimante configurandosi come funzionale allo svolgimento dei compiti del consigliere” come dire che senza “leggere le carte” non si può fare il mestiere per il quale si è stati eletti.

Una sentenza del maggio 2004, lo stesso Consiglio di Stato, ha introdotto ulteriori elementi che ampliano e rafforzano il diritto in parola, ritenendo che “….i consiglieri comunali hanno diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d’utilità all’espletamento del loro mandato, senza alcuna limitazione”. Pertanto ,”….una richiesta di accesso avanzata da un consigliere a motivo dell’espletamento del proprio mandato risulta congruamente motivata e non può essere disattesa dall’Amministrazione”.

Viene chiesto, pertanto, al prefetto “di valutare il comportamento del sindaco e/o della Giunta comunale ed eventualmente adottare i provvedimenti che riterrà più opportuni atti ad assicurare il rispetto dei diritti del Consigliere comunale.” pocketnews.it ha chiesto al sindaco Carano una replica alle accuse. “Noi – ha detto – a tantissime interrogazioni abbiamo risposto nell’ultimo Consiglio Comunale. Ce ne sono alcune che richiedono risposta scritta e noi amministratori abbiamo dato indicazioni agli uffici di farlo. Non le so dire in questo momento se è stato fatto o meno, ma l’imput è stato dato”. Sarà il Prefetto a dire se è sufficiente.

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