giovedì - 25 Aprile 2024
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Sono il “protettore” della Gioconda e dei gioielli della Corona Inglese

Intervista ad Alessandro Goppion ceo di un’azienda fiore all’occhiello di Trezzano che ben pochi a livello locale conoscono

Da Monna Lisa Gioconda ai gioielli della Corona Inglese, dal Codice Atlantico ai Manoscritti del Mar Morto, dall’uomo Vitruviano al codice Leicester, dove c’è un patrimonio storico, artistico e culturale da proteggere, si può star certi che sotto la firma è quella di Goppion, l’azienda di Trezzano nota nel mondo per le vetrine ad alta tecnologia che produce.

Vetrine intelligenti

Chi sa che cosa è la “displaymotica”? Si tratta di una serie di sistemi e apparecchiature che rendono le vetrine “intelligenti”, capaci di svolgere alcune funzioni programmate. E la Smart Case? E’una vetrina equipaggiata con una serie di dispositivi che rilevano, controllano e gestiscono i parametri di conservazione (umidità relativa, temperatura, qualità dell’aria, vibrazioni), in grado di interagire anche con i visitatori fornendo loro informazioni durante la visita, che invia testi  su dispositivi mobili o illuminando determinati oggetti sui quali si desidera focalizzare l’attenzione.

L’uomo Vitruviano

Le teche che proteggono documenti di inestimabile valore come il Codice Atlantico (Biblioteca Ambrosiana di Milano) di Leonardo da Vinci, i Manoscritti del Mar Morto o la Convenzione di Ginevra. Anche l’Uomo Vitruviano e il Codice Leicester, esposti al pubblico solo per periodi limitati, si sono potuti ammirare all’interno di vetrine sviluppate e prodotte dall’azienda di Trezzano.

Cassa con ammortizzatori

Non solo. Per i dipinti, Goppion ha sviluppato la “vetrina retrocornice” invisibile agli occhi del visitatore, utilizzata, per la prima volta, per la protezione del Compianto sul Cristo Morto di Andrea Mantegna nella Pinacoteca di Brera a Milano. Speciali sistemi di esposizione e trasporto sono invece stati applicati alla teca con cassa ad ammortizzazione e rilevazione delle vibrazioni concepita nel 1999 per il San Benedetto di Antonello da Messina, esposto a Roma e a Milano.

Il ceo

Ecco, tutto questo po po di roba e tanta altra si realizza a Trezzano. Un fiore all’occhiello della città e di tutto il Sud ovest milanese, che ben pochi a livello locale conoscono. Fondata nel 1952 dall’ingegnere Nino Goppion, l’azienda oggi è diretta, in qualità di ceo, dal figlio Alessandro. pocketnews.it lo ha intervistato.

Che cosa è Goppion oggi?
“Posso definirla un’impresa fondata sul know-how in cui giovani e non lavorano fianco a fianco per realizzare progetti importanti che proteggono e promuovono il patrimonio artistico e culturale delle nazioni”.

La sua formazione?
La mia vita lavorativa è ed è stata un viaggio di apprendimento. Infatti, mentre studiavo la storia delle idee e la storia del pensiero politico con Carlo Pincin all’Università di Milano, ho anche lavorato come apprendista nell’azienda di famiglia insieme al maestro Piero Pagani”.

Quando ha capito la sua vera vocazione?
“Mi ci sono voluti anni per imparare veramente il senso della cosiddetta “scuola veneziana” di architettura e capire che i miei interessi risiedevano nel mondo del design finalizzato all’allestimento di mostre e musei. È qui che le mie attività intellettuali e le mie abilità manuali, due interessi per me paralleli, si sono davvero unite”.

Agli inizi, l’azienda produceva arredi espositivi in cristallo: siete stati fornitori della Ferrero, che per prima, ordinò diverse decine di migliaia di pezzi. Quando è avvenuto il passaggio alla produzione di teche per i musei?
“Nel 1956, realizzammo, su progetto degli architetti Cossovich e Monzeglio, le vetrine per il Civico Museo di Antichi Strumenti Musicali di Milano. Si trattava di vere e proprie custodie, modellate sulla forma degli strumenti che ospitavano, le vetrine divenivano esse stesse parte del meccanismo espressivo degli oggetti contenuti”

La vera svolta?
“Da quando sono subentrato a mio padre come ceo di Goppion S.p.A., ho reso l’azienda più internazionale, permettendole di diventare un punto di riferimento per l’industria museale di tutto il mondo. Due progetti hanno davvero cambiato Goppion: le vetrine che abbiamo realizzato per la Torre di Londra e quelle per le British Galleries del Victoria and Albert Museum”.

Come fa un imprenditore che ha raggiunto il successo nel suo settore, a svegliarsi la mattina e avere nuove idee, a porsi nuovi obiettivi?
“Chi lavora sbaglia, chi sbaglia impara e, per questo motivo, ha ogni ragione per fare, sempre”.

Qual è il suo rapporto con Trezzano sul Naviglio?
“Considero Trezzano come centro nevralgico, importante per realizzare il network internazionale della Lombardia nel mondo”.

 Cosa ha dato il cavaliere del lavoro Alessandro Goppion a Trezzano e cosa ha ricevuto da Trezzano?
“Trezzano e Goppion si scambiano vicendevolmente lavoro, benessere sociale e opportunità di crescita”.

Le nostre scuole – del milanese, intendo – forniscono buoni lavoratori alle imprese e, di conseguenza, alla sua?
“Il problema è più grande di quanto la domanda chiarisca, perché oggi la globalizzazione porta con sé lavoratori formati all’estero che lavorano in Italia e lavoratori formati in Italia che lavorano all’estero. Una differenza rigida tra saperi umanistici e scientifici non è un buon metodo per predisporre le persone la cui preparazione rende flessibili nei diversi ambiti d’azienda”.

Quali caratteristiche deve avere un lavoratore che intendete assumere?
“Cambia a seconda dei settori: se tecnico, un ingegnere, se commerciale, una preparazione linguistica, tecnico e commerciale, se amministrativo, una formazione che consenta di lavorare a progetto”.

Il vostro mercato è il mondo. Perché non avete delocalizzato, come hanno fatto altre imprese italiane?
“Perché abbiamo puntato sul made in Italy, se preferisce sul made in Lombardy, cioè la capacità di interpretare i gusti e tradurli in prodotti non privi di eleganza”.

La competizione è uno stimolo o una grande seccatura?
“È la ragione per la quale il sistema liberale ha vinto lo scontro rispetto al sistema collettivista: competere significa che tutte le mattine qualcun altro può fare lo stesso meglio e ad un costo inferiore al tuo. Questo consente agli utenti l’accesso a prodotti a costi standard, aspetto fondamentale della democrazia”.

Cosa prevede l’azienda Goppion per il 2020?
“Nuovi progetti, in particolare nuovi impianti espositivi nel Sud Est Asiatico e Santo Domingo”.

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