Quella che era solo un’ipotesi, con la discesa in campo del vicesindaco, è diventata realtà: il centrodestra di Assago si presenta alle elezioni del prossimo maggio diviso in due tronconi
Una poltrona per due. La poltrona è quella di Graziano Musella, sindaco di lungo corso di Assago, le due contendenti sono Lara Carano, considerata il delfino del prossimo ex primo cittadino, e Roberta Katya Vieri che dello stesso Musella è vicesindaco sin dal giugno del 2014.
Il colpo di mano
Lo ha reso noto ieri sera con un comunicato stampa la stessa Roberta Catya Vieri. Prima che Musella si pronunciasse in favore della Carano, una parte del centrodestra si era battuto affinché fosse lei la candidata unica della coalizione. Secondo alcune indiscrezioni, riportate da pocketnews.it i più irritati erano i vertici di Fratelli d’Italia, non coinvolti nella scelta, che era apparsa ai loro occhi solo come un colpo di mano di Musella.
Il tracciato
Nell’annuncio diffuso ieri, Roberta Vieri, ha manifestato la volontà di continuare a percorrere il tracciato del sindaco forzista, “apportando, tuttavia, innovazione e novità”. Quali? A cominciare dai nomi inseriti nella sua lista che comprende anche quello di Luca Prina, responsabile di zona dei Fratelli d’Italia.
Migliorare il passato
“Nella nostra lista – ha sottolineato Roberta Vieri nel suo comunicato – vi sono persone con le quali ho condiviso un progetto nuovo, ossia un programma che riteniamo migliorativo rispetto al passato, in quanto ci prefiggiamo di rendere il Comune di Assago più competitivo di quanto lo sia stato sin orai, senza rinnegare ciò che di buono e bello è stato fatto, daranno nuovo ossigeno all’amministrazione del paese”.
L’ardua sentenza
Vieri contro Carano, Carano contro Vieri. Quella che era solo un’ipotesi, con la discesa in campo del vicesindaco, è diventata realtà: il centrodestra di Assago che si presenta alle elezioni del prossimo maggio diviso in due tronconi. Avrà la forza di mandare al governo almeno una delle candidate o consegnerà il paese al Pd o ai grillini? Agli elettori l’ardua sentenza.
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